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Rispetto per i “vegetali” con un’anima!.

Alcuni terapisti decidono di non dedicare troppo tempo ai pazienti con demenze avanzate o che versano in stato vegetativo perché preferiscono dedicarlo quando il contributo riabilitativo, a detta loro , ha un senso. E da qui la rassegnazione di famiglie e amici. “Oramai è un vegetale”. RISPETTO ANCHE PER I VEGETALI CON UN’ANIMA.
La concezione standard dà per scontato che la perdita delle funzioni cognitive dovute a demenze o a gravi “devastazioni cerebrali”precluda radicalmente la relazionalità, lo svolgere un ruolo sociale, l’essere in grado di scambiare significati, di percepire e di riuscire a sentire attraverso la pelle e perciò concepisce la qualità di vita di questi pazienti unicamente come cura del benessere e assenza di dolore. Sbagliato!. Quanto poco ci si fida della potenza umana e della sua grande voglia di gravità e radicamento verso la vita. L’uomo globale non è fatto solo di cervello e il cervello dal canto suo gode di 89 miliardi di neuroni che Vivono e generano addirittura lavorano al posto dei neuroni danneggiati per via dell’effetto switch. Ma noi siamo efficentisti e in questo spazio non c:è posto per chi abbiamo già destinato alla morte.

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Elena Sodano

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