Le prime giornate formative hanno riguardato la rssa di Maglie. Ma l’iniziativa coinvolgerà a breve anche tutte le altre strutture dell’istituto
Lecce, 31 maggio 2019 – Una intensa stagione formativa ha da poco preso il via all’Ispe, “Istituto per i servizi alla persona per l’Europa”, con i primi due giorni di formazione dedicati al metodo Teci, la “Terapia espressiva corporea integrata” messa in piedi da Elena Sodano, presidente della Ra.Gi., associazione con sede in Calabria, a Catanzaro, specializzata nella cura delle persone con demenze. Una terapia, la Teci, basata sull’importanza del contatto corporeo nell’ambito della relazione tra terapeuta e paziente per stimolare l’area affettivo-emozionale e contenere per quanto possibile, in modo naturale, gli effetti delle patologie neurodegenerative favorendo la qualità di vita. Un approccio terapeutico che, in linea con le intenzioni dell’Ispe, può essere applicato anche oltre il campo delle demenze.
I primi due giorni di formazione, alla presenza di Elena Sodano, hanno riguardato operatrici e operatori, in tutto oltre settanta persone, della residenza socio-sanitaria assistenziale per anziani (rssa) di Maglie, in provincia di Lecce. E a breve, entro luglio, saranno invece coinvolte le altre strutture Ispe – e dunque Lecce, Copertino, San Pietro in Lama e Mola di Bari – con due giorni di formazione per ogni struttura. Infine, dopo questa prima fase rivolta agli operatori, si passerà alla formazione applicata agli ambienti di cura e alla relazione di cura tra operatori e persone ospiti delle strutture.
Il direttore amministrativo dell’Ispe, Maria Domenica Ruggeri, spiega come nasce l’idea di aprire al metodo Teci. Tutto ha inizio a novembre scorso al “Forum della non autosufficienza e dell’autonomia possibile” di Bologna che vede tra i relatori proprio Elena Sodano con un suo seminario dedicato alla Teci: “In quell’occasione – dichiara Ruggeri – la dottoressa Elena Sodano ha spiegato quel che fa nei sui centri”, nel centro diurno della città di Catanzaro e in quello di Cicala, borgo della presila catanzarese, “e ho capito – prosegue la manager – che quel metodo consente di andare oltre, me ne sono innamorata e sono riuscita a farlo approvare come obiettivo di formazione per i prossimi tre anni”. “Un metodo – sottolinea Ruggeri – che va alla radice dell’anima, un percorso innovativo su cui abbiamo scommesso perché le persone nostre ospiti possono ancora fare, vivere, sperare, entrare in relazione con altre persone, avere progetti di vita, nonostante la non autosufficienza”.
“Con le dovute distinzioni – aggiunge il direttore amministrativo – vorremmo applicare questo approccio non solo alle persone con demenze, ma anche a persone, anziani e non, con altri problemi di disabilità. A queste giornate di formazione – aggiunge Ruggeri – partecipa anche personale amministrativo, perché anche gli amministrativi devono capire qual è la strategia di cura di questa azienda, che ha l’ambizione di distinguersi rispetto ad altre realtà e che vuole dare un’impronta pilota all’interno della regione”.
“Con questi corsi lavoriamo nella direzione delle relazioni d’aiuto facendo capire come gli operatori possono entrare all’interno del percorso terapeutico con il loro corpo per cambiare il modo del prendersi cura”, spiega dal canto suo Elena Sodano. “Penso che la formazione – aggiunge poi Sodano in merito al dibattito nazionale sul tema della videosorveglianza – sia molto più importante delle telecamere. Penso che gli operatori – conclude la presidente della Ra.Gi. – debbano essere formati e che ci debba essere una grande attenzione da parte dei responsabili delle strutture, soprattutto da parte dei direttori sanitari e dei coordinatori terapeutici, che devono capire se ci sono delle devianze comportamentali da parte dei professionisti della cura e devono guardare negli occhi i pazienti per capire se queste persone ridono, se stanno bene, se sono rigide, se si legge in faccia la loro paura”.
Add Comment