GIOIA TAURO – È stato uno di quegli incontri nei quali tocchi con mano la grande tribolazione delle famiglie lasciate da sole ad affrontare la gestione quotidiana dei loro cari con demenza.
Una pena che è simile al vagabondare senza meta delle persone con demenze, quando in pieno sconforto vanno in cerca di qualunque sollievo e di un maggiore conforto.
E poi ci si rende conto della cruda realtà quando non c’è un aiuto efficace, un rimedio ai loro tormenti inascoltati.
Quanto disinteresse istituzionale è presente nei confronti di tantissime famiglie calabresi lasciate da sole e di circa 50 mila persone con le Demenze che vivono nella terra di Calabria e che inerti stanno nell’oblio delle loro solitudini in attesa di chissà cosa.
Quante parole spese nei confronti di politiche per le famiglie che oltre a far risuonare promesse non hanno inciso alcuna strada verso il sostegno e il supporto.
Quanto assenteismo da parte di chi potrebbe far qualcosa, mettendo volontariamente a disposizione la propria professionalità per consolare le angustie di qualche animo affranto.
Ne trarrebbero maggiore gaudio.
E invece niente. Silenzi. Assordanti silenzi.
E allora ecco che un lungo incontro semplice e senza etichette si trasforma in gratuità, dono, ascolto, in silenzi che accolgono il dolore e lo trasformano in consolazione, in parole che riescono a comprendere e sciogliere ogni impaccio accendendo in cuore.
Esseri umani che si guardano e condividono il peso delle loro anime e dei loro sensi di colpa.
Quello che lo staff della RaGi sta realizzando in Calabria in difesa delle persone con demenze e delle loro famiglie non dev’essere considerato qualcosa di eccezionale.
Anzi non lo è per nulla.
La nostra è stata una scelta etica nei confronti di una Fragilità umana che è sempre più tenuta sotto scacco da un equilibrio balordo che in tanti vedono ma al quale nessuno osa ribellarsi.
E allora non ci stiamo quando leggiamo alcuni articoli che parlano dell’assenza di Centri diurni in Calabria e di ogni altro servizio in favore delle persone con demenze.
Perché la verità è un altra ed è ben diversa. È una storia di generosità e di gratitudine che ci ha portato ad aprire centri diurni e a dare quotidianamente tanti servizi a persone con demenze e alle loro famiglie. È la storia di un privato sociale e di uno staff che c’è e che va avanti nonostante le mille difficoltà
Perché quando veniamo fuori da incontri come questi, quando percorriamo chilometri per raggiungere le famiglie, quando queste persone te le senti addosso come la tua stessa pelle, le guardi, le tocchi, ti emozioni con loro, ti rendi conto che quello che stai percorrendo è la giusta strada. Quella intrapresa 12 anni addietro e che va dritta verso una sola direzione.
E alziamo ancor di più la testa con dignità e continuiamo ad andare avanti con lo stesso orgoglio e con lo stesso coraggio con il quale stiamo continuando a svolgere il nostro lavoro.
Perché la verità si fa sentire dentro di noi senza altisonanti parole.
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