Ebbene si. Le. Persone con le Demenze turbano e rompono gli ordini e le regole della complessa organizzazione sociale minandone quindi la instabile efficienza. E questo noi lo sappiamo benissimo. Come lo sanno benissimo le Famiglie intorno alle quali, dopo la Diagnosi si crea in varco di silenzi e abbandoni.
Paternalistico spirito pietista di cui nè la famiglia, nè la persona ha bisogno.
Mentre da parte dei “più” il valore che viene attribuito alle persone con una forma di demenza è davvero spogliato da ogni senso. E loro, “I PAZIENTI” sentono e avvertono L’INSIGNIFICANTE GIUDIZIO”, prima della società sempre di più estreanea a questi problemi.
Uomini e donne pietrificate, immobili senza uno scopo, senza un futuro, senza un interesse, senza una speranza verso cui tenere. Uomini e donne senza più la minima spinta personale, che hanno bisogno di una vita scandita e organizzata su tempi dettati solo da esigenza organizzative di varia natura, reclute da riabilitare, da stimolare, senza legami alle spalle da poter ancora mantenere. Persone alle quali viene spesso inibita la riconquista della propria soggettività. Costrette in un graduale processo di rimpicciolimemto e di restringimento del proprio Sè, essenze irreparabili contro cui non c’è più nulla da fare se non difendersene.
Ecco no. Per noi non è così. Noi cerchiamo ogni giorno, insieme a loro, di aprire porte e creare varchi sociali, di accettazione e di nuove possibilità di vita. E questa nostra filosofia, questo nostro pensiero sta facendo tanto tantissimo rumore.
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