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Demenze sottocorticali

La malattia da Corpy di Lewy è la seconda causa di demenza più diffusa dopo l’Alzheimer, colpisce maggiormente gli uomini di età compresa tra i 65 ed i 75 anni e l’esordio della malattia vede un quadro psicotico caratterizzato da allucinazioni visive e deliri. “I Corpi di Lewy sono inclusioni introcitoplasmaiche eosinofile che prendono il nome da Frederic Lewy che descrisse per primo cervelli di pazienti affetti da Morbo di Parkinson. Il quadro clinico di questi pazienti è molto simile a quello dell’Alzheimer , mentre per quanto riguarda i sintomi la malattia presenta delle analogie con il morbo di Parkinson, perché è caratterizzata da una demenza progressiva e spesso da disturbi psichiatrici. All’inizio della malattia possono esserci difficoltà nel mantenere una logica del pensiero, deficit di memoria, disturbi dell’attenzione; successivamente si manifesta un cambiamento della personalità con deficit di attenzione, aprassia (incapacità di fare, ossia compiere movimenti coordinati e finalizzati ad un certo scopo) afasia (incapacità di esprimersi correttamente, comprendere il significato delle parole o capire quello che viene scritto) agnosia, (incapacità di riconoscere gli oggetti, le persone, le cose, gli odori, i suoni), acalculia (non riuscire più a fare i calcoli matematici, anche quelli più semplici) e disorientamento spaziale.

L’esordio del morbo di Parkinson è rappresentato da un iniziale tremore alle dita e da rigidità che aumenta con il passare degli anni tanto che i pazienti parkinsoniani hanno molte difficoltà a gestire se stessi, non potendo più prendersi cura della propria persona e svolgere le normali attività quotidiane. I sintomi successivi e quindi più gravi della malattia sono rappresentati da tremore da riposo, rigidità muscolare, bradicinesia (lentezza nei movimenti), la tendenza a camminare sempre più rapidamente per evitare di cadere in avanti. Un aspetto tipico del morbo di Parkinson è la bradifenia, un termine introdotto nel 1922 dal neurologo francese Naville per identificare le difficoltà intellettuali e psicologiche a cui andavano incontro le persone affette da Parkinson seguite dalla perdita di concentrazione e dal rallentamento dei processi di pensiero. I primi a confermare la presenza di disturbi cognitivi nella malattia di Parkinson sono stati Trossealu e Charchot nella metà del secolo scorso (Pizzamiglio, Denes 1997) e attualmente molti autori ritengono che il deficit cognitivo nel Parkinson sia parte integrate della malattia (trabucchi 1999). “Ad essere colpite sono le funzioni frontali con rallentamento della produzione verbale e della risposta alle domande, disturbo dell’attenzione e deterioramento della capacità di astrazione di critica e di giudizio. Solitamente sono assenti deficit neurologici come afasie, prassie e agnosie”.

Tra le demenze sottocorticali troviamo anche la Degenerazione Cortico Basale anche se si tratta di una patologia rara e la malattia di Huntington patologia relativamente rara caratterizzata da movimenti involontari che si manifestano con smorfie del viso, tremore della testa, flessione degli arti e del tronco. Anche in questo caso nella fase iniziale della malattia il paziente presenta una modificazione della personalità, depressione e allucinazioni simili alla schizzofrenia.

Tra le demenze secondarie troviamo le Demenze Vascolari la cui origine è ascrivibile a infarti multipli cerebrali. Rientrano quindi in questo tipo di demenze gli ictus, ossia trombosi cerebrali, emorragie, emboli cerebrali. Si tratta di un tipo di demenza che può non progredire ed anzi migliorare con il giusto trattamento terapeutico.

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