Tra le demenze degenerative primarie la Demenza del Lobo Frontale è considerata la seconda come frequenza rispetto all’Alzheimer. Essa colpisce principalmente il lobo parietale e temporale e spesso viene ad essere compromesso anche l’insula ed il giro del cingolo. In questa demenza sono assenti le placche senili e la degenerazione neurofibrillare presenti invece nell’Alzheimer. Nei pazienti affetti da tale patologia sono evidenti i disturbi di personalità, della condotta sociale e del linguaggio, spesso i pazienti sono molto impulsivi, passano da riso al pianto senza alcun motivo e questi aspetti sono spesso aggravati da sintomi psicotici come allucinazioni e deliri che all’esordio della malattia possono indurre il medico ad una errata diagnosi di schizzofrenia.
Nel XIX secolo Arnold Pick direttore del dipartimento di Psichiatria dell’Università di Praga si interessò per la prima volta di osservare con maggiore attenzione alcuni pazienti che presentavano una particolare malattia degenerativa caratterizzata da agitazione, aggressività, afasia, aprassia verbale nella fase finale della malattia, si iniziò così a parlare di Malattia di Pick E’ molto difficile distinguere la malattia di Pick, dall’Alzheimer perché i due quadri clinici sono molto simili. L’unica differenza sostanziale consiste nell’atrofia che, rispetto all’Alzheimer è molto più marcata sui lobi frontali e temporali. Questa sindrome si presenta tra i 40 ed i 65 anni e l’incidenza è maggiore tra i soggetti maschi. La malattia di Pick viene anche chiamata demenza frontotemporale.