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Cos’è la demenza?

La mente è via”, è questa la traduzione letterale dal latino della parola “demenza” una malattia che colpisce le abilità e le capacità della persona che ne è colpita fino al punto di renderla incapace di affrontare in modo consapevole ed autosufficiente le attività quotidiane, anche le più banali. Una condizione questa che, con l’avanzare della malattia, costringe le famiglie ad istituzionalizzare i propri cari all’interno di residenze sanitarie a lungodegenza. La demenza è una di quelle malattie che lascia soli non solo gli ammalati ma anche le famiglie: soli perché al momento non esiste alcuna cura farmacologica che possa intervenire sulla prevenzione, sulla cura e sulla risoluzione della malattia, soli perché dopo la diagnosi che viene fatta nei Centri UVA (Unità Valutazione Alzheimer, ma poi perché non si chiamano Centri Valutazione Demenza?) le famiglie sono costrette a riorganizzare la loro vita per accudire il familiare perché in Italia sono pochissimi i centri specifici dedicati alle demenze. Le persone colpite da demenza perdono letteralmente la mente prima di perdere il loro corpo che, a questo punto resta l’unico strumento che hanno per poter comunicare con il mondo che li circonda.

Ma cosa sono le demenze? Ho letto da qualche parte che ogni 7 secondi nel mondo viene fatta una diagnosi di demenza. Tantissime.

Le demenze possono essere di tipo reversibile e irreversibile. La maggior parte è di tipo irreversibile. Queste si distinguono in forme primarie e secondarie. Le forme primarie sono di tipo degenerativo e includono la demenza di Alzheimer, quella Fronto-Temporale e quella a Corpi di Lewy. Fra le forme secondarie la più frequente è quella Vascolare. Le demenze irreversibili, a livello sintomatologico, sia nella fase iniziale sia parzialmente in quella intermedia, sono abbastanza caratterizzate e distinguibili tra loro. Nella fase avanzata le differenze si assottigliano fino a scomparire del tutto. Le forme più comuni di demenza sono lentamente progressive e sfociano infine nella perdita totale di memoria e pensiero. I sintomi iniziali rispecchiano la causa precisa di demenza e le aree cerebrali più colpite.

Questa brevissima descrizione ci porta dunque a comprendere che le demenze non sono solo Alzheimer, anche se questa parola è oramai entrata nell’immaginario comune per definire la demenza. Insomma dire Alzheimer fa paura, dire Corpi di Lewy no.

Come sottolineano Mace e Rabins (1981): “ i sintomi della demenza possono essere provocati da molte malattie e diverse condizioni, di cui gli autori fanno un elenco parziale, riportato di seguito:

Disturbi metabolici

  • Disfunzioni della tiroide, delle paratiroidi o delle surrenali
  • Disturbi epatici
  • Deficienze vitaminiche (B12)

Problemi strutturali del cervello

  • Idrocefalo normoteso
  • Tumori cerebrali
  • Ematoma subdurale
  • Traumi cranici
  • Ipossia o anossia

Infezioni

  • Tubercolosi
  • Sifilide
  • Infezioni cerebrali da funghi, batteri o virus (meningite, encefalite)
  • Sindrome da immunodeficienza acquisita (AIDS)

Sostanze tossiche

  • Monossido di carbonio
  • Droghe
  • Avvelenamento da metalli
  • Alcol

Malattie degenerative

  • Malattia di Alzheimer
  • Atassia di Friedreich
  • Corea di Huntington
  • Morbo di Parkinson
  • Morbo di Pick
  • Paralisi sopranucleare progressiva
  • Morbo di Wilson

Malattie vascolari

  • Infarto cerebrale
  • Demenza multi-infartuale
  • Malattia di Binswanger

Malattie autoimmuni

  • Artrite temporale
  • Lupus eritematoso

Malattie psichiatriche

  • Depressione
  • Schizofrenia
  • Sclerosi multipla

Dal punto di vista psicologico e ancor più neurospicologico gli studi che si interessano dello stato demenziale, anche se numerosi, hanno modificato più volte la definizione sulla demenza. La varietà degli approcci teorici e clinici ha reso difficile stabilire criteri diagnostici di classificazione definiti ed universalmente accettati per una sindrome complessa quale quella demenziale.

La demenza è stata definita, secondo il Rapporto OMS e ADI, una priorità mondiale di salute pubblica: nel 2010, 35,6 milioni di persone risultavano affette da demenza con stima di aumento del doppio nel 2030, il triplo nel 2050, con ogni anno 7,7 milioni di nuovi casi (1 ogni 4 secondi) e una sopravvivenza media dopo la diagnosi di 4-8-anni. L’Italia è uno dei paesi europei più anziani (età uguale o superiore a 65 anni) e quasi il 17% della popolazione, per un totale di 9,5 milioni, ha superato i 65 anni di età. Sono pertanto in aumento tutte le malattie croniche, in quanto legate all’età, e tra queste le demenze. Il numero totale dei pazienti con demenza è stimato in oltre un milione (di cui circa 600.000 con demenza di Alzheimer) e circa 3 milioni sono le persone direttamente o indirettamente coinvolte nell’assistenza dei loro cari. Queste malattie costituiscono la sesta causa di morte con 26.559 decessi registrati nel 2012, il 4,3% sul totale annuo. (Fonte Osservatorio Demenze Istituto Superiore di Sanità)

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