Mi chiamo Elena Sodano vivo e lavoro a Catanzaro. Sono molto fiera di essere la Presidente dell’Associazione RaGi di Catanzaro. Anche perchè RaGi sono le iniziali dei nomi dei miei due figli Rachele e Giuseppe.
Ho iniziato il mio percorso formativo con un Corso universitario triennale in Scienze della Comunicazione che ho svolto presso l’UniCam, approfondendo tutte quelle materie che potessero avere una sorta di collegamento con il linguaggio del corpo, la comunicazione non verbale e la comunicazione psicologica.
Ho poi proseguito con una laurea in Lettere e Filosofia indirizzo Dams, all’UniCal dove ho letteralmente innestato nei miei pori l’amore per la Filosofia e il teatro greco e di seguito una laurea magistrale in Psicologia del Lavoro e delle Organizzazioni presso l’UniCusano le cui materie, se da una parte mi hanno consentito di addentrarmi in un panorama della cura con maggiore consapevolezza professionale e accortezza nella ricerca, dall’altra mi hanno aperto la possibilità di migliorare il mio rapporto con il mio team di lavoro cercando di crescere la mia capacità emozionale e comunicativa che un buon Manager deve avere.
Per approfondire tutto questo ho conseguito un Master Universitario di II livello in Governance e Management Sanitario.
Amo molto leggere, scrivere, ricercare. Sono una giornalista professionista, Danzaterapeuta diplomata alla scuola di Danzaterapia Metodo Espressivo Relazionale presidente dr. Vincenzo Bellia, psichiatra, psicoterapeuta e gruppo analista. Un percorso molto forgiante che mi ha permesso di raggiungere una migliore coscienza corporea e approfondire ulteriormente, in questo caso specifico, gli ambiti applicativi del corpo nelle demenze.
Nel 2007, grazie all’approvazione del progetto “Soli Mai Piu” da parte del Ministero dell’Interno, abbiamo dato vita in Calabria al primo e unico Centro diurno per la cura delle malattie neurodegenerative, lo Spazio Al.Pa.De. (Alzheimer, Parkinson e Demenze), spostando l’accento della cura da un’aspetto prettamente Assistenziale a una visione più Esistenziale della malattia escogitando, pur tra mille difficoltà, le strategie migliori per salvaguardare l’integrità delle persone con demenze e promuovere un modus vivendi significativo e salutare. Perché a mio avviso la cura di comunità svolta in sinergia con le ricchezze naturali può diventare, per le persone con demenza, quel presidio terapeutico necessario per il soddisfacimento dei loro bisogni.
Grazie a questo progetto abbiamo realizzato in Calabria il primo Cafè Alzheimer oggi Dementia cafè, un punto di incontro per numerose famiglie che ogni mese, all’interno del nostro centro diurno, ricevono supporto, informazione e formazione su come gestire il proprio familiare anche a domicilio.
Supportata dagli studi della Dr.ssa Pia Kontos, antropologa della salute della Toronto Rehabilitation Institute, e della Dr.ssa Deborah Barnes della University of California di San Francisco, grazie ad anni di osservazione delle persone con demenza che ospitavamo nel nostro Centro ho dato vita alla Teci – Terapia Espressiva Corporea Integrata, ampiamente raccontata nel libro “Il Corpo nella Demenza” edito dalla Maggioli Editore. Pagine che, grazie a teorie filosofiche e psicologiche, parlano di risveglio della memoria corporea delle persone con demenze, attraverso un approccio naturale, normale, tipico di ogni essere umano che per star bene ha bisogno di libere espressioni corporee, di emozioni, di gesti che si traducono in significati quando la parola non è più comprensibile,
di riscoperta di vissuti sensoriali, emotivi, affettivi ed esperienziali custoditi nel corpo delle persone con demenza.
Il mio amore per la Filosofia, principalmente legata ai miti greci, mi hanno suggerito la parola Terapia therapeía intesa come quel cammino interiore che l’essere umano fa per cercare la via per il suo benessere personale nell’assoluta normalità del suo vivere. Per noi un’abbraccio dato ai pazienti è terapeutico. Vederli nel loro animo è terapeutico. Contattare la loro pelle è terapeutico. Guardarli negli occhi, prestare loro attenzione e osservarli nella piena importanza che meritano, è terapeutico.
Per un uomo assetato, bere un bicchiere d’acqua è la più naturale terapia che ci sia, perché l’acqua rappresenta quello strumento che lo fa dissetare, lo fa star bene.
Da qui nasce il concetto di individualità incarnata nelle persone con demenza, ritenendo che, di fronte a una devastazione cerebrale, il corpo sia il solo strumento che la persona con demenza abbia per mostrarsi al mondo come persona viva e vissuta pregna di esperienze, emozioni, sensazioni, vissuti emozionali. Non un corpo inattivo ma un corpo come fonte di una individualità tutta da scoprire.
La mia forte passione rivolta a tutelare e proteggere la vita delle persone con demenze, dirige il mio essere imprenditrice con uno spiccato senso creativo e fantasioso, a mettere in piedi idee che poi diventano delle concrete e solide realtà territoriali. Come il Borgo Amico delle Demenze di Cicala con annesso il Centro Diurno A. Doria la cui componente terapeutica è stata riconosciuta dai più importanti media nazionali.
Amo molto fare rete con tutti. Nel mio lavoro mi avvalgo di tanti amici professionisti che si adoperano per portare avanti il concetto di Umanizzare e Normalizzare la vita delle persone con una forma di demenza. E, al mio fianco, vi è sempre un’equipe multidisciplinare formata da psicologi, educatori, oss, animatori.
Ho coniato lo slogan della nostra missione a fianco alle persone con demenze. “Perchè da noi le emozioni diventano cura”.
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