Ci sono zone della nostra mente che resistono con caparbietà ad aggressive forme di deterioramento, come l’Alzheimer o altre demenze, venendone intaccate solo molto tempo dopo l’affiorare della malattia. Una di queste è, possiamo dire, il focolare della nostra anima: vi sono custodite emozioni, sentimenti, i ricordi più remoti della nostra infanzia.
Da qui, dallo studio della memoria archetipica, dell’istinto e della coscienza, prende vita la Terapia Espressiva Corporea Integrata (Teci), ideata ed elaborata da Elena Sodano, autrice del libro “Il corpo nella demenza” (Maggioli Editore), nato dalla collaborazione con il neurologo Ferdinando Schiavo, la geriatra Alba Malara (presidente della Società Italiana di Geriatria e Gerontologia – sezione Calabria) e il dottor Francesco Sinibaldi della Maggioli Editore.
L’approccio del metodo Teci, in corso di sperimentazione all’interno dello Spazio Al.Pa.De. (Alzheimer, Parkinson e Demenze) di Catanzaro, è al contempo corporeo, emotivo e cognitivo: tiene conto dei gesti significativi e del vissuto affettivo per risvegliare la memoria corporea delle persone con demenze, dandogli così la possibilità di esprimere attraverso il corpo ciò che, a causa della malattia, è impossibile manifestare verbalmente.
Si tratta di una ricerca trasversale, ovvero di strumenti fisici pensati per raggiungere il mondo interiore dei pazienti, «là dove si nascondono gli apprendimenti gestuali antichi e quelle esperienze incorporate che nessuna devastazione cerebrale può cancellare, perché sono innati in ogni essere umano». Ne risulterà una comunicazione corporea ed emozionale con le persone malate di Alzheimer (o altre demenze) che, oltre a soddisfare gli istinti espressivi, promuove l’esercizio cognitivo e considera le demenze da un punto di vista esistenziale oltre che assistenziale, in quanto «la comprensione del linguaggio corporeo è in grado di capire quello che i pazienti hanno ancora custodito nella mente e nel corpo». Il rapporto tra terapeuta e paziente diviene, così, il fulcro del processo, al punto da scardinare gli usuali modi relazionali e sfociare in pura sintonia emotiva. Alla cui base sta un linguaggio universale che permette di riconoscere segni e gesti i quali, a loro volta, esprimono il vissuto del paziente, restituendogli il senso della sua esperienza.
“Il corpo nella demenza” di Elena Sodano si rivela un inedito contributo a una visione multidisciplinare e olistica di malattie erroneamente relegate al solo ambito mentale: «è come se, al momento della diagnosi, il corpo non fosse tenuto in considerazione – scrive la Sodano – come se diventasse evanescente a causa di una malattia che stacca all’improvviso ogni contatto fisico, emozionale e affettivo. Eppure il corpo “sente”, anche nella fase finale della vita. Per questo la terapia espressiva corporea integrata accompagna i pazienti sino alla fase della totale regressione della loro mente e della completa chiusura del loro corpo».
Elena Sodano, “Il corpo nella demenza. La Terapia Espressiva Corporea Integrata nella malattia di Alzheimer e altre demenze” (Maggioli editore), 156 pagine, € 18,00
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