All’ITT “E. Scalfaro” l’evento “Mai ti perderò”, in collaborazione con Ra.Gi. Onlus: gli studenti progettano un dispositivo anti-smarrimento per le persone con demenze
CATANZARO – Un evento di grande valore educativo e sociale quello che si è svolto stamattina nella Sala “Cenacolo” dell’Istituto tecnico tecnologico statale “E. Scalfaro” di Catanzaro: un dibattito intergenerazionale, organizzato in collaborazione con l’Associazione Ra.Gi.Onlus di Catanzaro, in cui è stato messo il focus sul tema della profonda connessione ed interazione fra il mondo della scuola – inteso non solo come fucina di saperi e competenze, ma soprattutto come germe della cultura dell’impegno, della solidarietà e della cooperazione a favore dell’altro – e la realtà delle associazioni, degli enti e delle altre istituzioni del territorio.
L’evento – dal titolo “Mai ti perderò” – è stato sostenuto dal Dirigente scolastico dell’Istituto“Scalfaro”, il dott. Vito Sanzo, che, nel salutare tutti i presenti e introdurre i lavori, ha voluto sottolineare l’urgenza che la scuola “sia portatrice di soluzioni efficaci per migliorare il vivere civile e quella società alla quale deve sentirsi sempre connessa, finalizzando lo studio e il progresso della tecnica al benessere di tutti”.
Al tavolo di presidenza, la dottoressa Elena Sodano, Presidente dell’Associazione Ra.Gi. Onlus di Catanzaro, le professoresse dello “Scalfaro” Sabrina Rocca e Vittoria Mandari, la psicologa Ra.Gi. Amanda Gigliotti e la giornalista Angela Rubino, quest’ultima nella veste di moderatrice del dibattito; in sala, tutti insieme, i ragazzi dell’Istituto Scalfaro e gli ospiti del Centro Diurno Ra.Gi. Onlus Demenze, accompagnati dagli operatori.
Al centro di tutto l’evento, un progetto realizzato dagli studenti dello “Scalfaro”, guidati dal prof. Ing. Raffaele Teducci: un dispositivo anti-smarrimento per aiutare i soggetti con demenze ed Alzheimer, contrastando il fenomeno del wandering. “Proprio questo – ha dichiarato il Dirigente Vito Sanzo – deve essere lo scopo della scuola: educare i giovani a ricercare, studiare, inventare, scoprire, perfezionare strumenti e metodi per contribuire fattivamente alla crescita civile della nostra società nel senso dell’inclusione di ciascuno e del miglioramento della qualità della vita di tutti”. In particolare, la dottoressa Elena Sodano, nel suo intervento, ha richiamato l’attenzione sulla centralità e sulla dignità delle persone affette da demenza, sul lavoro svolto quotidianamente dall’Associazione catanzarese da lei presieduta, sin dal 2008, per combattere contro l’esclusione sociale alla quale i soggetti affetti da queste patologie erano stati destinati, per evitare i dolorosi processi di frantumazione e frammentazione a cui essi erano stati ormai costretti a rassegnarsi. Dieci anni di studi e ricerche sul campo che hanno dato vita al metodo Teci (Terapia Espressiva Corporea Intergrata), unico in Italia, per la cura ed in contenimento naturale delle demenze, ideato dalla stessa Elena Sodano, accuratamente descritto nel volume “Il Corpo nella Demenza” (Maggioli, 2017) ed applicato nei due Centri Diurni gestiti dall’associazione: lo Spazio Al.Pa.De. (Alzheimer, Parkinson e Demenze), attivo a Catanzaro fin dal 2008 e l’ “Antonio Doria”, situato a Cicala (Cz) e parte integrante del progetto Dementia Friendly Community Italia, realizzato dalla Ra.Gi. in collaborazione con la Federazione Alzheimer Italia e il Comune di Cicala guidato da Alessandro Falvo.
La dottoressa Sodano ha più volte rimarcato che le persone con demenze “non sono mostri da sedare, ma universi comunicativi che occorre capire attraverso la cura delle emozioni”. Nei loro confronti, la società deve rappresentare una ‘protesi relazionale ed umana’, anche e soprattutto a partire da quei giovani che oggi sono considerati spesso insensibili e ingestibili, ma che, invece, hanno quelle energie, quei talenti e quegli entusiasmi che – opportunamente canalizzati – possono contribuire in modo straordinario al processo di inclusione anche dei soggetti con demenza.
Ed ecco, dunque, che le conoscenze e le competenze che i ragazzi dello Scalfaro hanno acquisito e sviluppato fra i banchi di scuola si sono riempiti di significato e di valore: come è stato più volte evidenziato negli interventi dei relatori e dal sacerdote don Francesco Brancaccio della parrocchia di San Giovanni, ogni azione deve essere sostenuta da forti motivazioni che spingano a intessere reti di solidarietà, di reciprocità, di inclusione e di integrazione. L’evento – che ha messo in luce le grandi possibilità di contributo della scuola a un tema delicato e importante come quello delle demenze e che ha visto una forte sinergia di intenti con l’associazione Ra.Gi. Onlus di Catanzaro da approfondire anche nel futuro – si è arricchito della presenza degli ospiti del Centro Diurno spazio Al.Pa.De. di Catanzaro, gestito dalla Ra.Gi. e di quella di Antonio Candela, colpito da demenza dall’età di soli 51 anni, che ha raccontato la sua esperienza di vita ai ragazzi. L’iniziativa si è conclusa con i saluti della dottoressa Maria Rita Calvosa, Direttore Generale dell’Ufficio Scolastico della Calabria, che ha pregiato della sua presenza l’Istituto “Scalfaro”, complimentandosi personalmente con il Dirigente Vito Sanzo, con gli studenti e con i docenti per l’importante iniziativa in collaborazione con la Ra.Gi. Onlus, nonché per tutte le attività svolte nell’ottica di un miglioramento continuo del servizio scolastico erogato e di un dialogo vivace, costante e fecondo, istituito con tutti gli attori della nostra realtà territoriale.
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