E poi la giornata finisce con questa immagine scolpita nel cuore e nella mente.
Una compassione che nasce dalla consapevolezza che a volte, l’unica cosa che serve per nutrire corpo e anima, è mettersi umilmente in ginocchio, arrivare là dove vive la loro memoria e non fare altro se non confortare, sussurrare, ascoltare.
Stare.
Stare vicino ad una giovane donna con malattia di Alzheimer, che chiede solo una serena e vera presenza. Nient’altro.
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