Grazie alla Pastorale per la Famiglia anche questa sera, nella Chiesa S Maria di Roccelletta, abbiamo incontrato tante famiglie, tante persone, tanti operatori, tante persone anziane. Perché qui sta il problema. Le famiglie si trovano senza via di scampo di fronte alla cruda realtà di ritrovarsi con un pezzo di cuore contagiato dalla Demenze. Il cuore riesce a sopportare tutto, non si rompe, non viene meno e così loro, le famiglie, sentono tutto il dolore, niente gli è risparmiato. Ma stasera ho incontrato persone che per circa tre ore hanno sperimentato e capito cosa significa aver cura, prendersi cura dell’anima delle persone con demenza. Perché difronte alla disintegrazione neuronale, corpo e anima diventano il valore che coltiva l’essere umano per farlo vivere. E il tipo di cura che abbiamo sperimentato stasera non è risposta all’urgenza di una fittizia sopravvivenza, al sentirsi vincolati verso un dovere imposto da un ruolo. No! Questo tipo del prendersi cura, risponde al desiderio di sentire ancora anche un impercettibile soffio di vita, un bisogno di respirare un senso, il loro tempo diverso dal nostro, essere protagonista di una nuova esistenza.
Una serata specialissima davvero. Grazie famiglie e grazie agli operatori della RaGi presenti.
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